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mercoledì 20 luglio 2011

Toni Negri - "Moltitudine e singolarità nello sviluppo del pensiero politico di Spinoza” (1/3)

Una piccola rarità. Posto qui (suddiviso in più parti) l’intervento tenuto da Antonio Negri nel 2005 a Bologna, durante un convegno sul pensiero politico di Baruch Spinoza. Poiché questo testo non coincide esattamente con quello pubblicato nel volume che raccoglie gli atti, ho pensato che potesse essere interessante metterlo in circolazione sulla rete (che io sappia non esistono altre copie in giro per il web, ma potrei anche sbagliarmi).


Faccio un paio di considerazioni preliminari. L’interpretazione negriana di Spinoza è stata variamente attaccata, soprattutto il saggio L’anomalia selvaggia, saggio su potere e potenza in Baruch Spinoza, scritto durante la carcerazione, si è attirato i giudizi severi di chi ne contestava la fondatezza filologica e teorica. Alcune critiche non sono ingiustificate, benché spesso corredate da tutta una serie di inconsistenti argumenta ad hominem, tra cui la solita idiota vulgata del “cattivo maestro” che tanto fa presa in questo provinciale paese del cazzo.
In ogni caso, ai detrattori che segnalano falsità e inesattezze nell’analisi di Negri, si può rispondere in un modo convincente – che qui esprimo anche sulla scorta della lettura di Michel Foucault –, e cioè che andrebbe inteso come reale e vero tutto ciò che produce effetti pubblici, pur nascendo o muovendo da un errore. Non ci sono dubbi, infatti, che L’anomalia selvaggia abbia dato inizio in Italia e altrove a tutta una serie di lavori e di riflessioni critiche straordinarie sull’originalità del pensiero politico spinoziano.
Per un materialista, d’altra parte, la verità non è qualcosa di originario, ma un esito, il prodotto postumo di un’azione trasformativa sulla realtà. La verità, cioè, implica sempre il punto di vista, la militanza.
In secondo luogo, mi preme sottolineare come la lettura dell’Etica spinoziana possa essere servita a un uomo (ancor prima che a un intellettuale) per resistere alle passioni tristi determinate dalla galera e dalla privazione della libertà. C’è qualcosa di grande in tutto questo, una lezione che ciascuno può trarre da sé, indipendentemente dalla simpatia o antipatia che può generare il personaggio Toni Negri.

La sbobinatura da audiocassetta mi ha preso un po’ di tempo, ma è il giusto prezzo che un fottuto dinosauro analogico – quale sono – deve pagare.

Nel caso foste interessati a pubblicarlo altrove, vi pregherei di citare Humachina tra le fonti.

Buona lettura!

Opere di Spinoza citate da Negri:
Etica, dimostrata secondo ordine geometrico – (Eth)
Trattato Politico – (TP)
Trattato Teologico-Politico – (TTP)

Ho cominciato a lavorare su Spinoza quasi trent’anni fa, e questo dà l’idea di quanto siamo diventati vecchi, in effetti. Spinoza è stato estremamente importante come ispirazione per tutti, ma soprattutto per costruire cose nuove.
Comunque: “Moltitudine e singolarità nello sviluppo del pensiero politico di Spinoza”, questo è il tema che mi è stato assegnato, o meglio che mi sono assegnato, e devo dire che me lo ero assegnato e adesso sarò abbastanza infedele in rapporto al titolo dell’argomento, e per una volta spero anche di essere molto poco politico in questo intervento che faccio… Poiché mi interessa oggi sottolineare piuttosto una certa idea dello spinozismo, che si era stabilita sul rapporto tra singolarità e moltitudine come proprio elemento centrale, e sulla quale ho l’impressione che ci siano degli spunti abbastanza critici nella più recente letteratura globale.


Per cominciare vorrei ricordare i diversi atteggiamenti che in Nietzsche sono presenti su Spinoza, e direi che mentre in una prima fase era il Nietzsche assolutamente aperto nei confronti di Spinoza che vinceva nel nostro spirito, adesso c’è invece l’altro Nietzsche, il Nietzsche negativo rispetto a Spinoza, che sta venendo fuori nei giudizi di tutta una certa letteratura. È soprattutto negli aforismi 349 e 372 de La gaia scienza e nell’aforisma 198 di Al di là del bene e del male che Nietzsche attacca Spinoza, e in particolare egli vede in Spinoza una certa teleologia che agisce sì secondo natura, ma sul filo dei dispositivi etici, e gli sembra che la stessa idea di conservazione della natura e il trasformarsi della natura in virtù – il tutto tendente verso l’amor intellectualis – contrasti con la distruzione della natura opera di se stessa.
La continuità di natura e storia è in questi aforismi rotta dalla volontà di potenza da un lato, e dall’altro lato da quello che è appunto questa pesante negativa riproposizione del concetto di natura. Teniamo presente questa posizione nietzscheana, vi ritorneremo alla fine delle analisi sul rapporto tra moltitudine e singolarità per capire come questa linea interpretativa possa essere usata negativamente nei confronti di una tradizione che ormai si è affermata (che è appunto quella positiva).


Dunque, singolarità e moltitudine. Definire la singolarità in Spinoza non è così facile. Ogni volta che si entra chez Spinoza sembra quasi di essere attratti in una voragine. Qualcuno ha chiamato presocratica la sensazione che dà la lettura dell’Etica. In ogni modo, una possibile pista per definire la singolarità è quella che discende da Eth, V, 24 (“Quanto più conosciamo le cose singolari, tanto più conosciamo Dio”) a Eth, I, 25, corollario (“Le cose particolari non sono altro che affezioni degli attributi di Dio, ossia modi con i quali gli attributi di Dio si esprimono in maniera certa e determinata”).


Di nuovo questo meccanismo che ci porta continuamente dalla V parte alle I parti… Era proprio questo che mi aveva fatto pensare a un certo punto, in un modo probabilmente molto scorretto (e però credo ancora di poterlo difendere sul terreno non tanto filologico, quanto logico), all’esistenza di un certo sostrato forte del pensiero spinozista, che soprattutto si affermava nella V parte e nella I, e che probabilmente costituiva uno strato diverso nel pensiero spinoziano (il quale non doveva essere considerato perciò in maniera continua, ma in maniera essa stessa“rotta”). Comunque devo dire che ogni volta che si prova a fissare un concetto ci si trova appunto dentro questo gioco. Comunque, questo è secondario.


Dicevo, per quanto riguarda la definizione di singolarità: da Eth, V, 29 proposizione e scolio – dove il rapporto tra la singolarità del corpo e l’attività della mente viene considerata nella prospettiva dell’eternità – si ridiscende nuovamente a Eth, II, 45, proposizione e scolio – dove l’essenza eterna e infinita di Dio viene concepita come sostanza di ogni cosa singolare esistente in atto. Ancora, Eth, I, 24 (“Dio non è soltanto causa perché le cose comincino a esistere, ma anche perché perseverino nell’esistere”). Come è noto, dunque, la singolarità non si esercita solo nella definizione ontologica delle cose, ma essa gioca anche nella definizione della conoscenza intuitiva, ossia di III genere (Eth, V, 36 scolio; Eth, II, 40, scolio 2).


La conoscenza intuitiva delle cose singolari è più potente della conoscenza universale di II genere. La singolarità si dà, per così dire, sia sul terreno ontologico sia su quello logico, sempre sotto qualche aspetto di eternità. È da questa intuitiva certezza di una singolarità piantata nell’eterno che nasce la consapevolezza che gli uomini siano la sola cosa singolare esistente in natura, della cui mente possiamo godere, e che possiamo a noi unire con qualche genere di rapporto (Eth, IV, Appendice, cap. 26).


Da quanto abbiamo detto, concludiamo dunque affermando che la singolarità è definita:


A – come non individualità, perché B – la singolarità è inserita in una sostanza comune, eterna. C – essa vive e si trasforma in un rapporto etico.


Se le cose stanno così, dunque, se la singolarità è dentro il comune (non in quanto insistente sull’individualità, ma in quanto dentro al comune) e si definisce nel rapporto, come potrà essere rappresentata se non nella moltitudine delle singolarità esistenti?

(continua)

Qui la seconda parte
Qui la terza e ultima parte

1 commento:

  1. il tuo blog è stato aggregato, grazie per la segnalazione. se inserisci uno dei nostri banner grazie doppiamente da Karl Marx Platz.

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